Partita iva per blogger: la scelta giusta
Personal branding, Lifestyle
scritto da Mario Whitehead il 16-07-2023 12:30



Quando aprire la Partita Iva
Spesso nella fase di un percorso di crescita ci si chiede se sia davvero necessario aprire la partita iva per chi vuole intraprendere la carriera da blogger.
Gestire gli aspetti fiscali di un'attività come blogger non è semplice, se si è in una fase che l'attività intrapresa non porta compensi sicuri.
Come blogger professionista da ormai 5 anni, dal primo giorno avevo intrapreso questo mondo come una passione da trasformare in un mondo lavorativo, e dal primo giorno mi sono posto queste domande, da quando gli incassi erano praticamente zero.
I dubbi più grandi nell'intraprendere questa professione, stanno nel come inquadrare questa professione non solo da un punto di vista sociale (perché molte volte le persone non capiscono quello che stai facendo e quindi devi stare lì a spiegare per illustrare come si svolge il tuo mondo), ma anche dal punto di vista fiscale.
Perché aprire la partita iva come blogger è fondamentale
Come scritto sopra, dal primo giorno ho sempre pensato di trasformare questa mia passione in lavoro, ed il mio progetto da blogger si è concretizzato circa tre anni fa con la realizzazione finale di questo blog, dove oggi leggete i vari articoli, completando così il mio aspetto lavorativo da blogger iniziato sui social Instagram prima, Facebook e Youtube successivamente.
È una realtà complessa da sviluppare, perché oltre a studiare i continui aggiornamenti nel mondo del web e dei social, occorre emergere in mezzo a decine di migliaia di altri profili.
Il momento dell'apertura della partita iva è quando si è convinti che quel progetto deve essere il tuo progetto di lavoro, di vita, anche senza guadagni, e vi spiego il perché.
Aprire la partita iva prima, è il modo giusto per iniziare a comportarsi e muoversi da liberi professionisti quando si decide di lavorare come blogger.
Molti sbagliano ragionando “la apro se guadagno” o “vedo prima come va”, perché la fase dell'apertura della partita iva è il passo che condiziona tutte le tue scelte e le libertà di manovra in questo mondo da blogger.
Partiamo dal presupposto, che avere un inquadramento fiscale oltre a rendere professionali, dà credibilità nel muoversi, quando ci si propone alle aziende per delle collaborazioni, facendo capire che il nostro è un lavoro, serio ed impegnativo, specialmente se poi dall'esterno viene visto come l'uscita di due scatti fotografici, oltre anche a creare un'azione di contrasto a chi si finge di essere un blogger, cercando un prodotto o una notte gratuita, ingannando di conseguenza le aziende e facendo perdere credibilità verso i veri blogger che raccontano come nel mio caso un territorio, un prodotto o un azienda, non cercando alla rinfusa, ma indirizzando i propri utenti in un mondo di qualità e professionalità, di ciò che viene proposto.
Io ho optato nel realizzare subito la mia azienda attraverso il mio Personal Brand Mario Whitehead con la partita iva in regime forfettario che consente fino a 85.000 mila euro di avere l'esenzione iva e di rientrare per i primi cinque anni di attività, in un regime fiscale di flat tax agevolato per poi procedere con un regime di flat tax standard.
Quando si apre un blog e si iniziano a proporre servizi come: consulenze, affiliazioni, vendita di prodotti tramite e-shop e collaborazioni con le aziende, la partita iva è fondamentale.
Poi se l'idea è quella di avere un blog semplicemente per raccontare le proprie avventure senza doppi fini, ma con il solo scopo della passione, si può tranquillamente averlo senza ricorrere alla partita iva.
Invece è assolutamente sbagliato raggirare il sistema attraverso collaborazioni ufficiose, perché rende poco professionali ed inoltre rovina il lavoro di chi ogni giorno impegna del tempo per emergere in questo mondo.
Se invece non si è convinti che questo sia il progetto giusto, si può sempre optare all'inizio con una soluzione temporanea se si parla di collaborazioni sporadiche, attraverso la ritenuta d'acconto per prestazione occasionale, con il proprio codice fiscale. Può essere un buon punto intermedio per capire se piace quello che si sta facendo prima di decidere.
Io personalmente ho optato per la partita iva da subito, perché ritengo che, se una persona crede in un progetto, non deve trovare strade intermedie per capire se il progetto sia valido o meno, deve crederci e buttarsi a capofitto, a prescindere se il progetto riesca o meno, perché porta comunque a casa un bagaglio culturale e di vita che servirà in futuro per altre sfide.
Come aprire la partita iva per blogger
L'apertura della partita iva è un'attività a costo zero che si può fare in autonomia andando alla sede dell'Agenzia delle entrate della città di residenza, online o, affidandosi ad un commercialista.
Se si decide di farlo da soli, bisogna individuare i codici ATECO da inserire nella partita iva.
Codice ATECO per blogger
La partita iva è semplicemente l'assegnazione di un codice numerico, al cui interno vengono a loro volta identificati i codici ATECO che richiamano la tipologia di professione svolta.
Io personalmente mi sono iscritto ai codici ATECO:
- “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari” identificato con il codice 73.11.02;
- “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo” indentificato con il codice 47.91.10.
Ho deciso l'assegnazione del doppio codice ATECO, per aprire anche una sezione e-shop dei miei prodotti MW Whitehead e per potermi muovere più liberamente anche in base agli sviluppi futuri del mondo dei blogger.
Poi ovvio, ognuno di noi ha in testa una propria idea di essere blogger, per questo il mio suggerimento più grande è quello di affidarsi ad un consulente professionista del settore.
Questo articolo è solo mirato a far comprendere il mio punto di vista, considerando le tante richieste anche via social sull'argomento, realizzato per far percepire a chi legge, che non occorre aver paura quando si ha in mente di strutturare qualcosa di costruttivo per il proprio futuro.
Concludendo, se state provando o state pensando di creare qualcosa di questo genere, io resto a disposizione per aiutarvi a tracciare la vostra idea di business, attraverso una consulenza specifica “Crea il tuo Personal brand: le basi progettuali per raccontarsi”, in modo da chiarire le idee, e muoversi dal giorno successivo in modo sicuro, interfacciandosi così con un commercialista avendo le idee chiare di quello che si vuole fare.
Il mio consiglio personale è: Tentare non nuoce, ma vivere di rimorsi pensando ad un progetto di vita, mai provato a sviluppare, può essere d'ostacolo anche a progetti lavorativi futuri, perché si resta sempre con quel “sé” all'interno.
Se amate qualcosa in particolare non lasciatelo scorrere, provateci, chi non prova non ha risposte, mentre chi ci prova può anche fallire, ma il fallimento diventa al tempo stesso un bagaglio di esperienza che aiuta a capire anche il giusto percorso nel proseguo della vita, senza rimorsi e sapendo che la vita intrapresa è dovuta anche all'esperienza accumulata del passato.
Saluti, Mario Whitehead
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